Quando ci rechiamo al Cimitero a trovare i nostri cari defunti, scorgiamo nelle lapidi più antiche nomi ormai passati di moda: Gualtiero, Aristide, Sigismondo, Esculapio, Cornelia, Raimonda, Onorina, Amalia ecc.
Proviamo a immaginare, con un bel salto nel tempo, cosa potranno leggere i nostri pronipoti nel 2100 visitando un cimitero. Vi saranno tanti Noah, Liam, Kevin, Elias, Emily, Giudy, ecc….
Quei vecchi nomi , talvolta un po’ bizzarri e anche un po’ cacofonici, spesso si tramandavano da nonno a nipote; essi erano comunque la storia di un popolo perché ogni territorio ha anche nei nomi il suo divenire, basti pensare ai tanti Salvatore e Giuseppe in Sicilia e in Calabria, Rosalia a Palermo, Agata a Catania, Gennaro a Napoli, Nicola a Bari , Zeno a Verona.
Da qualche decennio , da quando dare i nomi dei nonni non lo si fa più ecco emergere i nomi a piacere. Scelta legittima ma che personalmente ritengo discutibile quando si scelgono nomi che non solo non hanno alcun legame con il nostro paese ma che potrebbero cerare problemi ai loro portatori !
Thomas con l’ h o senza ? Christian con l’h o senza ? Sarah con l’h o senza, Deborah con l’h o senza ? E lì siamo ancora nel comprensibile ma quando si passa a nomi come Noah, Liam, Edwin , Meredith e altro dobbiamo solo sperare che in futuro tutti saranno in grado di conoscere l’inglese !
Dare un nome al proprio figlio e lo dice chi con ” Beppino ” ha avuto parecchi problemi, soprattutto quando vivevo in Sicilia ( fortunatamente è un nome molto diffuso nel Veneto seppur come soprannome ), non deve obbedire solo al piacere individuale di amare quell’attore o quel cantante o quel giocatore . I tanti Diego Armando nel napoletano ai tempi di Maradona erano comunque nomi latini e facili, mentre cercare la particolarità del nome generalmente americano è indice , non l’abbia male chi lo fa , di poca conoscenza della nostra storia e delle nostre tradizioni
Lavorando parecchio con i “ nomi ” noto che questa tendenza all’esterofilia del nome è tipica di coloro che hanno poca propensione con la lettura mentre, nel versante opposto c’è un positivo ritorno ai nomi classici, semplici, comprensibili .
Vi sono ovviamente delle legittime eccezioni . Oggi si affermano sempre più coppie composte da genitori di diverse etnie e in tali casi è giustissimo attribuire dei nomi che ripercorrono la storia del paese d’origine. Se è pur vero che il giovane vivrà in Italia è opportuno non dimenticare le proprie origini affinché quel ragazzo, un giorno uomo, potrà guardare al paese natìo della mamma o del papà con occhi d’affetto e non di rifiuto. Ma se entrambi i genitori sono italiani, che minc.. di bisogno c’è di andare a cercare su google i nomi più strani difficili da scrivere e da pronunciare ? Quando attribuiamo un nome a un neonato, da una parte lo diamo per noi ma dall’altra e non è un aspetto da trascurare e dovrebbe prevalere sul primo, dobbiamo considerare che quel nome il bambino se lo porterà sempre come un timbro a fuoco !
Sempre per esperienza personale, ho notato che questa esterofilia l’abbiamo solo noi. I bimbi che nascono nelle nazioni europee ed extra Europa e non solo hanno sempre i nomi che contraddistinguono le loro origini. Un’eccezione sono quelle famiglie straniere che avendo deciso di stabilirsi in Italia attribuiscono al proprio figlio un nome più che possibile italiano , proprio per meglio integrarlo nella vita sociale ma almeno il secondo nome è originario dei loro paesi.
Fermo restando che comunque ciascuno è libero di chiamare il proprio figlio come vuole, così come avviene e per i cani o i gatti e pappagallini, credo che se provassimo a creare un albero genealogico delle nostre famiglie ci accorgeremmo subito che in questa era dei nuovi barbari stiamo perdendo anche ciò che ci apparteneva per storia e semplicità. Non è progresso è anche questo un altro simbolo della nostra decadenza culturale!
Commenti recenti