Una delle caratteristiche delle società e dei sistemi di potere è quello di isolare chi va contro il normale scorrere degli eventi e mette in discussione quelle certezze sulle quali i governanti ( da non identificarsi necessariamente con la classe politica ) agiscono indisturbati. Più è limitata la società, maggiore è il controllo, soprattutto dei mezzi d’informazione. Una prassi, quella del controllo delle fonti di divulgazione, che non per nulla era il primo agire dei colpi di stato militari. In ogni “! Golpe” si occupavano il parlamento come luogo politico e legislativo e la tv e la radio nazionale come organi di informazione. Una regola non scritta ma sempre efficace che troviamo al nord come al sud, in Veneto come in Sicilia, soltanto che nelle latitudini trapanesi è impregnata dalle caratteristiche tipiche della mentalità mafiosa e tra queste la diffamazione e l’isolamento !
Gli esempi di giornalisti diffamati, calunniati e denunciati per aver approfondito, pubblicato articoli e approfondimenti su personaggi in vista, sui cosiddetti “ padrini “ è sotto gli occhi di tutti , soltanto che pochi se ne accorgono o, peggio ancora, ne vengono a conoscenza. Sinché fai il giornalista e scrivi che il sindaco non è bravo e quello di prima tantissimo, che a Trapani c’è un bel mare, che si mangia bene e siamo i migliori del mondo, le tue pubblicazioni vanno a meraviglia, sei amato e osannato . Se invece ti permetti scrivere qualcosa sul senatore, sulla processione dei Misteri non per elogiarla ma per evidenziarne le carenze, sull’ex vescovo Miccichè e sulle sue oscure vicende giudiziarie, allora diventi un giornalista scomodo ma , attenzione ( ed è lì il bello o meglio il brutto) non solo per il potere ma per alcuni tuoi stessi colleghi o presunti tali che asserviti alla corte del “ padrone o del padrino “ che spesso dichiarano di combattere, sono i primi a pugnalarti, ad affermare che non hai una corretta etica professionale, che scrivi troppo e rischi di annoiare i lettori ! Sicuramente un giornale ha esigenze di spazio, di righe e di battute , esigenze che non ha, ad esempio, una pagina web o un blog soprattutto se quest’ultimo è gestito direttamente dal giornalista che è quindi editore e giornalista di sé stesso .
Da dove nasce l’indipendenza di un giornalista? Teoricamente tutti lo dovremmo essere ma alla luce dei fatti quanti lo siamo ?. Tralasciando la scarsa etica di emittenti televisive che affidano a non professionisti la conduzione di spazi d’approfondimento e dove il conduttore mostra più i suoi sorrisi che la competenza, per parecchi miei colleghi, far giornalismo è possedere il privilegio di conoscere qualche potente, farsi notare ( trascuriamo in che modo ) e cercare di screditare chi potrebbe mettere in discussione il loro servilistico modo d’agire. C’è poi, e non è un dato da trascurare, il luogo d’esercizio. Un conto è vivere al nord dove al massimo ti arriva qualche lagnanza telefonica , altro è vivere a Trapani dove comunque hai a che fare non solo con le amicizie dei “ padrini” ma con la mentalità mafiosa. Per questo, nutro profonda stima per quello sparuto gruppo di giornalisti che non esitano a raccontare le verità. Farlo a Trapani non è assolutamente facile ! Ricordo quando ero in attesa del giudizio in merito alla nota denuncia dell’allora vescovo Miccichè . Un giorno venni convocato dal legale del prelato per…trovare un accordo. In cambio del ritiro della denuncia del vescovo Miccichè Francesco, avrei dovuto preparare un dettagliato articolo nel quale elogiare l’operato del prelato. Senza alcuna esitazione rifiutai quella proposta conciliatoria e affrontai serenamente il giudizio. Fui prosciolto dal GIP e non in cambio di un accordo ma solo perché scrivere un articolo sulle bande della processione dei Misteri ed esprimere un parere sull’operato del vescovo rientrava, rientra ancora (ma non so se rientrerà con le nuove leggi bavaglio), nei compiti di un giornalista. Proprio per questo continuo e continuerò ad esser padrone e dipendente solo di me stesso e non servitore di chi fa le rivoluzioni apparenti.
Non mi faranno più parlare in una radio solo perché ho osato scrivere che le domande dei giornalisti andrebbero fatte ascoltare e non sovrapposte da spot pubblicitari ? Non mi inviteranno più a convegni sulla processione dei Misteri solo perché non difendo massoni e voltagabbana ? Nessun problema, non sono nato per far politica, non sono un esperto di calcio e non sono maestro nell’arte oratoria. Continuerò nel mio piccolo a scrivere ciò che vorrò non per me ma per quei giornalisti ( pochi, pochissimi ) che sono vittime di diffamazioni e isolamenti ma soprattutto per quei cittadini che hanno il diritto di sapere . Perché la sera quando vado a letto posso contare le pecore per dormire e non i padroni–padrini che sto servendo !
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